All’interno della suggestiva cornice storica rappresentata dal cinquecentesco Castello V di Monopoli, è stata inaugurata "Suggestioni artistiche al Castello", organizzata dal Ctg Egnatia.
L'iniziativa si prefigge di non dar vita alla solita, statica e monotematica mostra d’arte, ma ad uno scambio continuo di suggestioni anche attraverso altri eventi che faranno da cornice alla mostra stessa. La Sala delle Armi è stata impreziosita da queste originali opere d’arte, diverse tra loro per soggetto rappresentato, modalità di espressione, poetica. Poetica deriva dal greco poiesis, che significa produrre, termine che ha pesato molto sull’arte, per molti secoli considerata soprattutto dal punto di vista dell’esecuzione materiale.
L’arte era ingannevole così come la poesia, per Platone, che la relegava all’ultimo gradino delle forme di conoscenza umana.
Ma pian piano la figura dell’artista è emersa dall’anonimato, Giotto cominciò a firmare le proprie opere, per poi arrivare nel periodo umanistico rinascimentale quando la figura dell’artista riceve il suo riconoscimento e l’attività artistica non viene più letta come semplice esecuzione materiale, ma come rappresentazione dell’idea, come un dare forma ad un contenuto ideale proprio dell’artista che, quasi come Dio, riesce a creare il bello.
Arte e poesia, quindi, non sono più ingannevoli, ma espressione dell’interiorità umana che, dapprima mirerà al riconoscimento del bello, con suoi canoni, e poi riconoscerà il sublime, concetto kantiano affermatosi alla fine del 1700.
Da questo momento l’arte abbandona i canoni di bellezza, tutto quello che è in grado di suscitare un sentimento è arte, ed è per questo che è molto importante trovarsi di fronte ad una collettiva di artisti tutti bravi, perché possiamo avere un’idea di espressioni artistiche diversa. Da quella classica di Cosimo Susca, all’interno della cui esposizione spicca il carro trainato da cavalli bianchi, soggetto che riporta la fantasia all’antica Grecia, al mito del carro alato di Platone; Ma contestualmente Susca propone soggetti sacri, natività, un tema cardine dell’arte occidentale.
Quindi spiccano gli sguardi profondi dei soggetti di Graziana Minoia, i suoi vasi con fiori realizzati con la tecnica dei pastelli su superfici grezze, che creano sfumature e un meraviglioso effetto polveroso.
Poetessa e pittrice è invece Mina Mevoli, che rappresenta nelle sue opere una realtà quasi fosse una porta aperta attraverso la quale è possibile esplorare percorsi inediti.
L’inconscio, il Velo di Maya, la realtà come apparenza e trampolino verso qualcos’altro sono tutte letture possibile dell’opera di Mevoli. La collettiva è completata dalle opere di Antonella Dipalma, C'è qualcosa di magico che l'accompagna nel realizzare le sue opere, e che, se visto da coloro che vedono più in fondo, riesce a trasmettere magia anche ad altre persone.
La tecnica da sola non potrebbe mai avere effetto sull'emozione, nell’arte ci vuole l'anima e di anima, così come di creatività, questa mostra è davvero ricca.
Buona visione …
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