Le biodiversità artistico culturali saranno rappresentate da i vari artisti che stanno aderendo alla piattaforma, e che con le loro live performance daranno vita all'esperienza immersiva. I visitatori saranno la loro linfa vitale in grado di stimolare, in forme e modi differenti, le loro performance estemporanee.
“ Ecosofia” significa saggezza della terra, il suo etimo è composto dalla radice greca oïkos (eco),cioè: casa, habitat, ambiente naturale, e sofia che in greco significa: conoscenza, sapere, saggezza.
La piattaforma artistica, si sviluppa su differenti livelli installativi multimediali e live performance, è prende spunto dal libro fotografico "Ecosofia" di Jose Carlos Bellantuono, che si presenta come un viaggio che parte "dall'estetica del degrado"sino a raggiungere quella "della rivelazione", un’opera che vuole stimolare l’individuo al riconoscimento della forma degrado nei suoi molteplici aspetti.
Le immagini ed i video realizzati in un decennio, rappresentando l’atto conclusivo di un lungo percorso di ricerca sulla città di Monopoli, luogo suggestivo ed unico per caratteristiche storico culturali, ambientali, paesaggistiche e micro-climatiche.
La mappatura del degrado è effettuata attraverso delle campionature ambientali quotidiane, che permettono di riconoscere quei fenomeni e comportamenti patologici che sono alla base della perdita di sensibilità ecologica da parte dell'essere e dalla nostra società.
Un percorso che nella sua completezza, parte dal microcosmo della quotidianità per svilupparsi in una visione totalizzante e rivelatrice del mondo.
“Qualunque forma di vita ha la propria natura, che determina quale tipo di vita puó darle massima soddisfazione”. "Arne Næss"
La chiesa originariamente denominata SS. Pietro e Bartolome, fu poi dedicata, nell’anno 1000, ai SS. Apostoli Pietro e Paolo.
Nel 1573 il vescovo Alfonso Alvarez la nominò parrocchia e il titolo le restò fino al primo novecento insieme alla fama di chiesa più aristocratica del paese, considerata la frequentazione di nobili famiglie. Indagini archeologiche hanno portato alla luce altre tracce del già menzionato villaggio protostorico, su cui fu edificata una prima chiesa absidata, alto medievale, e, a breve distanza di tempo, una seconda dalle stesse caratteristiche architettoniche.
L’edificio attuale dovrebbe risalire al XVIII, anche se la facciata è cinquecentesca. L’interno presenta tre navate con cinque arcate e cinque colonne per navata. Un prezioso organo barocco, realizzato da Felice Scala nel 1737, in seguito ai danni subiti dalla chiesa durante il terremoto del 1980 fu smontato e trasferito altrove. Il suo campanile conserva il piedistallo romanico.
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