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    «Frammenti» Mostra personale del maestro Enrico Grasso  «Frammenti» Mostra personale del maestro Enrico Grasso
    Pubblicato da: m.ramirez



    Frammenti
    Mostra personale del maestro Enrico Grasso


    Galleria Spaziosei Monopoli
    dal 1° al 22 giugno 2013

    La mostra, curata da Mina TARANTINO, sarà inaugurata sabato 01 giugno 2013 alle ore 19.30





    COMUNICATO STAMPA

    MOSTRA: FRAMMENTI
    ARTISTA: ENRICO GRASSO
    PERIODO: 01 - 22 giugno 2013
    SEDE: Galleria Spaziosei - Via S. Anna, 6 - Monopoli (BA) - Tel. 080.802903 - cell. 339.6162515 - e-mail spaziosei@alice.it
    CATALOGO: in galleria, testo a cura di Santa Fizzarotti Selvaggi
    ORARIO GALLERIA: da martedì a sabato ore 17.30 - 20.30
    PATROCINIO: Regione Puglia, Città di Monopoli, Provincia di Bari


    La Galleria SPAZIOSEI di Monopoli (BA) promuove dal 01 al 22 giugno 2013 la mostra personale del maestro Enrico GRASSOFRAMMENTI

    Nato a Roma, si diploma presso l’Istituto Statale d’Arte e poi all’Accademia di Belle Arti di Roma in Scenografia; sempre all’Accademia, frequenta il corso di pittura di Franco Gentilini.
    Dopo aver avuto delle esperienze nel campo scenografico, si dedica per lungo tempo alla grafica pubblicitaria, collaborando con importanti società a Roma e a Milano, e alla grafica cinematografica e discografica.
    Dal 1997 si dedica a tempo pieno alla pittura. Partecipa a numerose rassegne in Italia e all’estero, riscuotendo numerosi riconoscimenti e grande successo di critica e pubblico. Suoi lavori si trovano presso il Museo d’Arte Sacra di Capua e in collezioni private in Italia e all’estero.

    La mostra, curata da Mina TARANTINO, sarà inaugurata sabato 01 giugno 2013 alle ore 19.30.
    La presentazione critica è affidata al critico d’arte Santa FIZZAROTTI SELVAGGI, che per Enrico Grasso scrive in catalogo: «Con sottile ed arguta ironia l’Artista descrive il mondo della mediaticità, del vedere una realtà priva dell’ “occhio della mente” e delle “ragioni del cuore”.
    Nelle opere di Enrico Grasso tutto appare definito come in un documentario stereotipato utile ad evitare che l ‘uomo ritrovi i rivoli fecondi del pensiero creativo, dell’unicità della persona.
    Le emozioni appaiono congelate nei cuori dipinti in attesa di palpiti nuovi.
    I sentimenti si vanificano in una deriva fredda e cinica in cui l’unico valore è dato dalla cifra del profitto. Il particolare evidenzia l’inquietudine della scissione del nostro tempo in cui la violenza dilaga quale costume del quotidiano.
    Il sogno si trasforma in un incubo in cui naufragano i grandi racconti della Storia. Di qui le allusioni al surrealismo e al Pop americano: gli oggetti si ritrovano ad avere un’anima mentre una sorta di feticismo pervade la narrazione di Grasso. Egli appare ben consapevole del rischio che corre l’essere umano nell’annientamento della propria natura, intesa nella sua complessità.
    L’Artista, accompagnato dalla speranza, si interroga sulla variabile dell’ignoto, del “terzo” sconosciuto che appare a tratti in alcune sue Opere.
    Donne da cartellone pubblicitario trasformate in oggetti di consumo, merce di scambio fino alla totale devitalizzazione e soppressione finale, invadono il campo visivo. Di qui il monito del particolare, della parte al posto del tutto, il ricordo di una storia, la nostalgia di un tempo in cui il valore della vita e della cultura, quale somma delle esperienze umane, guidavano lo sviluppo della coscienza.
    In Stefania Severi si legge che la pittura di Grasso è interessante perché “coniuga la capacità tecnica alla visione personale e organica del soggetto pittorico, in una visione colta che, abbracciando il pregresso, è in grado si realizzare un immaginario perfettamente espressivo del contemporaneo”.
    La luce delinea le forme e i contorni di un’epoca di decostruzione di ogni ideale in cui l’uomo non si identifica con l’interezza cosmica in cui è immerso e alla quale appartiene sin dall’infinito passato, bensì in un frammento che naviga nel magma di un accecamento mediatico, foriero di un mondo in cui “l’intelletto d’amore” si vanifica lungo le linee di lontani orizzonti.
    Una visionarietà, forse, che diviene scena dell’arte, teatro speculare della nostra epoca, in cui ogni immagine dolorosamente rimanda a evocazioni di uno stato etico perduto, ma non per questo impossibile da ritrovare
    ».

    La mostra resterà aperta dal 01 al 22 giugno 2013.
    Orario: da martedì a sabato, dalle ore 17.30 alle 20.30
    Info: spaziosei@alice.it - tel. 080.802.903 - cell. 339.61.62.515

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