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    Doppio appuntamento con Paolo Panaro  Doppio appuntamento con Paolo Panaro
    Pubblicato da: sante.scarafino

    COMUNICATO STAMPA N.1351
    31 luglio 2012

    Doppio appuntamento con Paolo Panaro
    Venerdì 10 e sabato 11 agosto al Castello Carlo V
     
    L’Assessorato alla Cultura del Comune di Monopoli in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese promuove presso il Castello Carlo V due appuntamenti con il teatro dell’attore monopolitano Paolo Panaro.
     
    Venerdì 10 agosto alle ore 21 va in scena “Il naso” di Nicolaj Gogol e interpretato da Paolo Panaro. Il giorno dopo, sabato 11 agosto, sempre alle ore 21, l’appuntamento è conRacconti: Bestie e Altri Animali” da Bestie del Novecento di Aldo Palazzeschi ridotto e interpretato da Paolo Panaro.
     
    IL NASO - Cosa accadrebbe se un mattino, alzandovi dal letto, scopriste di non avere più il naso? Che fare? A chi rivolgersi per un aiuto o per denuciare l’accaduto? E se poi il naso dovesse essere ritrovato, come fare a riattaccarlo? Ma via! Come è possibile perdere un naso?! Forse si tratta di una allucinazione o di un sogno.
    Nella prima metà dell’ottocento diversi grandi scrittori si dedicarono con successo al genere del racconto fantastico, che metteva in evidenza, in un’ epoca di trionfante razionalismo, come nella realtà quotidiana potessero inserirsi inspiegabilmente elementi che quotidiani non erano. Il Naso di Nicolaj Gogol’ è uno dei più famosi racconti di quel periodo. Pubblicato dapprima nel 1836, entrò poi a far parte della raccolta I Racconti di Pietroburgo. Divertente ed enigmatico insieme, ferocemente ironico e fertile di molteplici influssi sulla letteratura contemporanea, può essere considerato il modello della moderna comicità dell’assurdo. Scritto come un racconto di puro divertimento fantastico, è divenuto oggetto via via di diverse letture: da quella che lo vede come una semplice dilatazione dei modi di dire imperniati sulla parola ‘naso’, a quella psicanalitica, a quella metaletteraria come metafora dell’opera d’arte che si stacca dal suo autore, diventa indipendente e più importante di lui.
    Un mattino, il trasandato barbiere Ivàn trova in un panino un naso e lo riconosce come appartenente a un suo cliente. Spaventato esce di casa e cerca di abbandonarlo da qualche parte. A questo punto il racconto si concentra sul suo vero proganista, il maggiore Kovalèv, che appena alzatosi dal letto scopre di non avere più il naso. Kovalèv esce di casa senza sapere bene cosa fare e qui il racconto ha una svolta ancora più fantastica: il maggiore incontra per strada il suo naso che passeggia per la città in alta uniforme di consigliere di stato. Si è, insomma, trasformato in un personaggio dotato di vita propria e ha un grado più elevato del suo proprietario. Da questo momento in poi il naso, rivendicando una propria autonomia, si spingerà in situazioni estremamente esilaranti che faranno molto soffrire il povero Kovalèv: va in chiesa a pregare devotamente, passeggia in carrozza per la Prospettiva Nevskij, tenta di fuggire all’estero procurandosi un passaporto falso. E anche dopo che il naso viene catturato e restituito al leggitimo proprietario, le disavventure continuano. Riattaccarlo sul volto del maggiore è praticamente impossibile. Ma ecco che un mattino, come se niente fosse, il naso se ne ritorna sul volto di Kovàlev.
    Eh!, al mondo succedono le cose più incredibili. La realtà - bisogna proprio dirlo! - quando pretendi di dominarla razionalmente, si diverte a lasciarti con un palmo di naso.
     
     
    RACCONTI: BESTIE E ALTRI ANIMALI - Lo spettacolo nasce dal desiderio di portare in scena alcune pagine poco conosciute di uno dei più grandi scrittori italiani del novecentesco: Aldo Palazzeschi. Tre racconti riscritti e interpretati dall’attore-narratore Paolo Panaro; tre fiabe i cui protagonisti sono gli animali alle prese con i loro problemi di tutti i giorni; tre esilaranti eventi scenici per mettere a fuoco alcuni imbarazzanti e divertenti difetti degli uomini attraverso gli occhi i gesti e le parole degli animali, secondo una logica e un prototipo antichissimo che si vuol far risalire alle favole di Esopo e di cui Palazzeschi è il più moderno rivoluzionario interprete. Ogni favola trabocca di ironia, di sarcasmo; ogni parola, ogni pensiero che attraversa la mente degli animali presenti nello spettacolo è una graffiante sferzata alla ingessata società degli uomini. Al comico spietato cinismo rivolto ai rappresentanti del ‘consorzio umano’, alla studio psicologico dei ‘caratteri’ tipici della contemporaneità, si sovrappone in questo testo ispirato al grande scrittore novecentesco una elegante ricerca linguistica e un’incontenibile coinvolgimento affabulatorio. Bestie, attraverso le forme della poesia bucolica debitamente rinnovata nei suoi modi, è un grido di accusa contro il ‘buonismo’ a tutti i costi della società italiana. Un arguto divertente e inedito spettacolo di denuncia, dunque, che non risparmia frecciate alla più moderna ed emancipata forma di ipocrisia contemporanea: il politically correct.

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